DENARO PUBBLICO, POTERE E SALUTE MENTALE

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DENARO PUBBLICO, POTERE E SALUTE MENTALE

Apprendiamo dell’arresto del responsabile del dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara, del legale rappresentante, e una dipendente della cooperativa sociale “La Rondine”, di Lanciano (Ch), entrambi accusati di gravi reati contro la pubblica amministrazione. A quanto si apprende dai mezzi di informazione, si tratterebbe di corruzione, di istigazione alla corruzione e di turbata libertà degli incanti (https://www.abruzzolive.tv/cronaca/pescara-regali-viaggi-e-rolex-per-vincere-appalto-milionario-trearresti-it29893.html) relativamente all’aggiudicazione di un appalto per la gestione di servizi di riabilitazione psichiatrica del considerevole valore di 11 milioni di euro.

Premesso che tali accuse dovranno essere verificate dall’Autorità giudiziaria all’esito di un regolare processo e che vige la presunzione di innocenza dalla nostra Costituzione nonché dal Diritto internazionale e dell’Unione Europea, come ci ricorda il recentissimo recepimento della Dir.U.E. n.343-2016 nel nostro ordinamento interno, la notizia ci sollecita doverose riflessioni e necessarie puntualizzazioni.

Le risorse del Servizio Sanitario Nazionale sono finalizzate a garantire ai cittadini il godimento del proprio diritto alla salute, dunque del diritto a ricevere tutte le migliori prestazioni riconosciute in ambito scientifico per combattere la patologia della quale soffrono. Trattandosi di denaro pubblico è evidente quanto sia essenziale la certezza che esso venga speso bene per ottemperare tale obiettivo.

Per questo, con il DL 30/12/1992, n. 502 e s.m.i., è stato istituito l’ACCREDITAMENTO delle strutture sanitarie e sociosanitarie: per garantire A PRIORI e ATTRAVERSO VERIFICHE costanti e puntuali che le prestazioni erogate per conto del Servizio Pubblico, siano efficienti ed efficaci.

Le strutture accreditate, a proprietà pubblica o privata quindi sono, almeno per definizione, trasparenti; il loro operato cioè si svolge in un contesto di tracciabilità e verifica oggettiva di processi ed esiti definiti a priori attraverso le normative specifiche. Le prestazioni erogate sono quelle stabilite per legge, chi non possiede i requisiti o non rispetta gli standard non lavora o chiude. L’appalto, che è lo strumento oggetto della notizia di reato sopra richiamata, invece, talvolta non risponde ad evidenze scientifiche, ad un riscontro di dati oggettivi, quanto a criteri economico finanziari o apparenti e presta purtroppo il fianco, talvolta, anche a comportamenti opachi o scorretti, talvolta addirittura illeciti con fenomeni corruttivi che nel caso dell’accreditamento e del contratto sono decisamente molto meno frequenti. Per non dire assenti.

Quel che preoccupa è che riguardo alla salute mentale, stiamo invece da tempo assistendo ad un attacco proprio alle strutture accreditate – dipinte ingiustamente come “esose” ed improprie destinatarie del pubblico denaro o addirittura accusate di logiche “neomanicomiali” – e ad una mistificazione dell’aspecifica (e soprattutto difficilmente verificabile e tracciabile) logica dell’appalto di servizi. Appalti di grandi dimensioni in non pochi casi; in altre, ipotesi o applicazione di “assegni di cura” da spendere in strutture non accreditate ma che godono del favore del Dipartimento di Salute mentale. Non appalti in quest’ultimo caso, ma comunque procedure che non vengono inquadrate nell’accreditamento e valutate in modo autoreferenziale.

Nel 2021 ci è possibile tracciare in qualunque momento la merce che abbiamo ordinato su Amazon. Ma già dal 1992, prima che i grandi Giganti del web emettessero i loro primi vagiti, in un modo simile, proprio grazie all’accreditamento (affiancato a sistemi informativi adeguati ai tempi) il cittadino e le formazioni sociali nelle quali si esplica la sua personalità come prevede la costituzione, hanno la possibilità di verificare come vengono utilizzate le risorse pubbliche in termini di processi ed esiti e non di
personali consensi e logiche di potere, premi di risultato della dirigenza del S.S:N. o peggio “compravendita di voti”.

La logica degli appalti, basandosi su criteri eminentemente economici anziché di qualità, avrebbe ancora ragione di esistere in un mondo in cui funzionasse correttamente l’accreditamento dei servizi sanitari?

Emilio Robotti – Presidente nazionale FENASCOP
Sara Cassin – Segretario Nazionale FENASCOP

Torino, 9 aprile 2021