DISAMINA CNOP SU: Analisi della congruità dei parametri nelle comunità terapeutiche estensive SRP2 in relazione alla loro finalità.

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DISAMINA CNOP SU: Analisi della congruità dei parametri nelle comunità terapeutiche estensive SRP2 in relazione alla loro finalità.

Leggi tutto: ordine degli psicologi libro DECIMA USCITA 11-06-08 (1)

Credo che il lavoro che viene presentato in questo quaderno meriti una particolare attenzione. E’ il frutto del comitato tecnico di lavoro sulle “Comunità Terapeutiche residenziali nella Salute Mentale” attivato presso la Consulta delle Società Scientifiche di area psicologica promossa dal CNOP.
Quando nel 2018, come membro dell’Esecutivo nazionale del CNOP proposi l’attivazione della Consulta delle Società Scientifiche speravo che potesse essere, tra le altre cose, un luogo di confronto ed approfondimento
in grado di mettere in relazione le conoscenze ed evidenze scientifiche, le
buone prassi, con le modalità operative nei contesti professionali.
E il presente lavoro è un esempio chiaro di questa modalità operativa.
L’Italia, è noto, è il Paese della Riforma Basaglia della quale quest’anno
ricorrono i 45 anni, per il superamento dell’Ospedale Psichiatrico e la creazione di una rete articolata di servizi per la cura delle persone con patologie mentali.
Anche in questo campo la scienza ci dice che siamo di fronte ad un orizzonte, pur nelle diverse situazioni ed in proporzioni diverse, di cause biopsico-sociali, che richiede letture ed interventi che si muovono sui tre piani. In questo scenario si sono sviluppate le comunità terapeutiche per la
salute mentale per adulti ed adolescenti, sia di tipo intensivo (Strutture
Residenziali Psichiatriche tipo 1) che estensivo (SRP tipo 2). Queste ultime, sulle quali si sofferma la presente indagine, si caratterizzano per un
tempo di permanenza più lungo (sino a due anni) e per ospiti con un quadro clinico maggiormente stabilizzato, che ben si presta ad interventi “trasformativi” di tipo psicologico e psicoterapico.
Parliamo di quegli interventi non farmacologici la cui efficacia ed importanza per queste situazioni è sempre più messa in luce da ricerche ed esperienze, che si rilevano cruciali per un percorso di ristrutturazione degli equilibri soggettivi in grado di far uscire la persona fuori dai binari della
cronicizzazione e comunque di metterla in grado di affrontare con maggiori risorse psicologiche un percorso di vita.
Se questa è la missione, le comunità sono attrezzate nel complesso a svolgerla?

L’indagine mette in luce un problema ed una contraddizione macroscopica: la drammatica carenza delle figure (psicologi e psicoterapeuti) che dovrebbero garantire queste attività. Non solo negli organici in modo adeguato e riconosciuto ma anche nei momenti di programmazione, progettazione, verifica. Pochi psicologi e con poca voce in capitolo.
Ed allora cosa vuol dire quell’aggettivo “terapeutico” accanto al termine comunità? I dati mettono in luce una verità in alcuni casi impietosa, che si è
di fronte a “strutture psichiatriche” che possono fare quasi solo contenimento. La riabilitazione senza attenzione alla dimensione soggettiva e relazionale, cioè alla componente psicologica della malattia mentale, ai vissuti della persona, rischia di diventare assistenzialismo.

Non si comprende se alla base di questa preoccupante deriva ci siano problemi culturali, la rinuncia ad un orizzonte terapeutico per queste persone
(sempre più spesso giovani ed adolescenti), o dei pretesti di tipo economico. Parlo di pretesti perché anni di studi di economia sanitaria ci dicono
che la carenza di appropriatezza negli interventi aumenta i costi non li riduce.

La politica, le istituzioni (Governo, Parlamento, Regioni), il mondo scientifico sono chiamati in causa da questa situazione, che è bene i cittadini conoscano. Si chiede un cambio di passo che consenta a queste realtà di essere un luogo terapeutico a tutti gli effetti.
Grazie a Claudio Bencivenga e ai componenti il comitato tecnico, grazie a tutte e tutti coloro che riescono ancora a fare terapia nelle comunità nonostante questa deriva.
Questi dati parlano da soli, anzi “urlano”, e non si tenti di ridurre il problema ad una rivendicazione professionale, il tema è quale funzione devono assolvere queste comunità sulle quali si investono le risorse pubbliche.
David Lazzari
Presidente CNOP
Coordinatore Consulta Società Scientifiche di area psicologica